mercoledì 26 dicembre 2012

VOGLIO... POSSO!

Immagine visibile all'indirizzo http://lacollinadeimenhir.blogspot.it/2012/11/le-mie-liberta.html


Penso, e spero,
che questo 2012 non abbia più sorprese da regalarmi...
È arrivato, quindi,
il momento di tirare le somme
e fare la lista di
ciò che mi aspetto dal prossimo anno...
La lista di ciò che voglio...

Voglio la felicità sempre, non a tratti,
voglio realizzarmi veramente, senza vivere di tentativi.

Voglio vedere chiaro il mio futuro,
non ne posso più di questa nebbia...
Voglio avere indietro ciò che offro, penso di meritarlo.

Voglio ridere, ridere a più non posso,
abbandonando questi falsi sorrisi.
Voglio tornare a vivere la MIA vita,
e soprattutto voglio viverla come dico io!

Voglio addormentarmi sereno
e svegliarmi allegro,
voglio gridare quello che penso.

Voglio essere veramente importante per qualcuno,
voglio ricevere qualche sorpresa ogni tanto!

Voglio che i miei sogni prendano forma
e voglio far sognare chi mi sta accanto...

Voglio che la fortuna premi chi si comporta bene,
ma se questo non fosse possibile
voglio diventare come quelli che sanno essere stronzi,
e nonostante questo si ritrovano
ad avere ciò che non si meritano.

Voglio amare ed essere amato.
Voglio smettere di commettere errori,
voglio che la gente si ricordi di me SEMPRE!

Voglio che le persone si rendano conto di quello che sono,
voglio che capiscano cosa si perdono!

Voglio rispetto, per me e per i miei sentimenti.
Voglio correttezza e non voglio più sentire bugie...
Voglio tranquillità...
Non ho più voglia di vivere "in bilico".
Voglio continuare ad essere speciale,
per non confondermi in mezzo ai mediocri.

Voglio riprendermi ciò che ho perso...
Voglio che, il mio cambiamento,
serva a far star bene qualcuno...

Voglio smettere di avere dubbi,
e voglio smettere di
passare intere giornate a pensare.

Voglio vedere tremare le mie mani dall'emozione,
non dal nervoso.
Voglio volare, perché
"quando ormai si vola, non si può cadere più..."

Voglio continuare a lottare con tutte le mie forze,
per sperare di ottenere risultati!

Voglio fare invidia a chi vorrebbe essere come me...
Voglio che la gente possa andare fiera di avermi accanto.

Voglio il paradiso... Il purgatorio mi sta stretto, l'inferno non lo merito!
Voglio avere un'opportunità prima di essere giudicato.

Voglio che se ne vada questa rabbia che non mi appartiene,
voglio tornare a parlare con il cuore...

Voglio continuare
ad avere la forza di dire “Io aspetto”,
sperando che qualcosa migliori...

Ecco cosa voglio...
Niente di impossibile per chi, come me,
tutto questo l'ha già donato...


mercoledì 19 dicembre 2012

TUTTO CIO' CHE HO...



Mi hanno dato un cervello, 
mi hanno detto "usalo il più possibile".

Mi hanno dato le gambe, 
mi hanno detto "corri, non fermarti mai".

Mi hanno dato la simpatia, 
mi hanno detto "usala per rallegrare le persone".

Mi hanno dato la forza, 
mi hanno detto "ti servirà sempre".

Mi hanno dato l'egoismo, 
mi hanno detto "usalo con parsimonia, ma usalo".

Mi hanno dato l'altruismo, 
mi hanno detto "donalo a chi lo merita".

Mi hanno dato la correttezza, 
mi hanno detto "nella vita è fondamentale".

Mi hanno dato la pazienza, 
mi hanno detto "usala sempre tutta".

Mi hanno dato la rabbia, 
mi hanno detto "usala solamente per far valere le tue idee, quando la pazienza non basta più".

Mi hanno dato la pazzia, 
mi hanno detto "ti servirà per far capire che sei disposto a tutto pur di raggiungere un obiettivo".

Mi hanno dato la speranza, 
mi hanno detto "dev'essere sempre l'ultima a mollare".

Mi hanno dato la possibilità di sognare, 
mi hanno detto "la userai per alzarti al mattino".

Mi hanno dato l'orgoglio, 
mi hanno detto "è importante saperlo usare nei momenti giusti, ma è altrettanto importante saperlo mettere da parte in alcune circostanze".

Mi hanno dato la parola, 
mi hanno detto "usala per far capire alla gente quello che non possono leggere nei tuoi pensieri".

Mi hanno dato l'umiltà, 
mi hanno detto "senza di questa, prima o poi, resterai solo".

Mi hanno dato la determinazione, 
mi hanno detto "ti sarà utile per restare aggrappato ai sogni nei momenti più duri".

Mi hanno dato le emozioni, 
mi hanno detto "non nasconderle mai".

Mi hanno dato il rischio, 
mi hanno detto "vivi senza rischiare, ma quando serve usalo".

Mi hanno dato la freddezza, 
mi hanno detto "quando cadrai, ti servirà per rialzarti e ripartire".

Mi hanno dato il sorriso, 
mi hanno detto "cerca di non perderlo mai".

Mi hanno dato il rispetto, 
mi hanno detto "donalo a chi lo merita, ma pretendilo sempre in cambio".

Mi hanno dato la fiducia, 
mi hanno detto "fai attenzione a chi la concedi, ma fai in modo che chiunque possa fidarsi di te".

Mi hanno dato il coraggio, 
mi hanno detto "con questo supererai le paure".

Mi hanno dato la semplicità,  
mi hanno detto "ti servirà per stupire".

Mi hanno dato la serietà, 
mi hanno detto "la userai per dimostrare la tua concretezza".

Mi hanno dato la presunzione, 
mi hanno detto "la dovrai usare solo quando sarai sicuro di essere il migliore".

Mi hanno dato la sensibilità, 
mi hanno detto "con questa ti distinguerai dalla massa".

Mi hanno dato un cuore, 
mi hanno detto "ne hai solo uno... Donalo solo quando sei sicuro di quello che stai facendo".

Ho fatto tutto quello che mi hanno detto... 
Non resta che sedermi ed aspettare di vedere se ne trarrò beneficio...


lunedì 10 dicembre 2012

FORSE... MA FORSE... MA SI...!

Immagine visibile all'indirizzo http://www.vogliosapere.org/2010/09/22/il-dubbio-la-forma-piu-eccellente-di-pensiero/


...E poi succede che ti fermi a ragionare un attimo.
Le certezze vacillano e,
in un batter d'occhio,
si trasformano in
"forse"...

Forse hanno ragione "loro",
che vivono la vita senza fermarsi mai.

Forse pretendiamo troppo, da noi stessi e dagli altri.

Forse è il mio modo di pensare e di vivere
ad essere troppo "diverso" da quello comune.

Forse,
in un mondo in cui la realtà quotidiana è così difficile da affrontare, non è più sufficiente aggrapparsi ai sogni...

Forse la sincerità e la correttezza
sono diventati valori talmente rari che,
per chi li possiede,
è difficile dimostrare che
non sono solamente
metodi utilizzati per raggiungere uno scopo...

Forse non siamo più abituati ad accettare cambiamenti radicali, fisici o mentali.
Forse, per questo motivo,
restiamo scettici e ci poniamo dubbi,
a volte insensati.

Forse, il nostro destino,
non lo possiamo modificare in nessuna maniera...

Forse perdiamo troppo tempo a guardare lontano,
perdendoci le gioie che
ogni giorno ci troviamo di fronte.

Forse abbiamo troppa paura a lasciarci andare,
paura dei giudizi della gente,
paura di stare "troppo bene".

Forse non è poi così tanto vero che,
se agisci in maniera corretta, leale e pulita,
vedrai i tuoi sforzi ripagati.

Forse, la nostra, non è paura del futuro...
Ma del presente,
o del passato.

Forse l'unica salvezza, alla fine,
è essere consapevoli di aver fatto sempre il possibile...
Magari anche qualcosa in più.

Forse non sappiamo accontentarci della felicità che possediamo
e siamo costantemente alla ricerca di "qualcosa in più",
snobbando il rischio di andare troppo oltre,
che porterebbe inesorabilmente
alla perdita di quella che già possediamo.

Forse ci lasciamo travolgere troppo da ciò che ci accade...

...Ed allora, dopo tutti questi "forse",
è meglio rimettersi in moto,
per verificare di persona se sono solo dubbi
o se è realtà...

Del resto, come recitano i versi di "quella canzone":

"Forse la vita non è stata tutta persa.
Forse qualcosa si è salvato,
Forse davvero non è stato poi tutto sbagliato!
Forse era giusto così.
Forse, ma forse... Ma si!"


mercoledì 28 novembre 2012

HO IMPARATO A SOGNARE...

Immagine visibile all'indirizzo http://goccediarmonia.blogspot.it/2011/05/ia-poesia-il-sogno.html
Ho imparato a sognare da piccolo,
quando mio papà mi faceva vedere il calcio in tv
ed io immaginavo, un giorno,
di vestire quella maglia a strisce bianco-nere...

Ho sognato di diventare "qualcuno",
uno di quelli che tutti si ricordano,
quelli che la società chiama "privilegiati".

Ho sognato di cambiare il mondo...
Per un periodo mi sono anche
sentito in grado di farcela.

Ho sognato di essere invincibile,
a tal punto di essermi convinto che
niente e nessuno avrebbe potuto scalfire il mio carattere,
il mio modo d'essere.

Ho sognato di incontrare persone speciali,
al fine di concedergli la mia fiducia...

Ho sognato di distinguermi dalla massa,
grazie alle mie prese di posizione,
ai miei pensieri,
al mio agire sempre corretto ed educato.

Ho sognato di volare...
Toccando terra con i piedi...

Ho sognato di sognare ad occhi aperti
e di trasformare, in un sogno,
la vita di chi ha avuto il piacere di conoscermi bene.

Ho sognato il mio futuro...
Bello,
fantastico,
ripagante...

Ho continuato a sognare
anche quando era difficile.
E continuerò a farlo per sempre!

Ho voluto sognare di diventare
uno di quelli
che lasciano un segno tangibile nella storia.

Ho sognato
che tutti questi sogni si realizzassero...

...Ma come recitano i versi di
una delle mie canzoni preferite:
"Le stelle stanno in cielo,
i sogni non lo so.
So solo che son pochi
quelli che si avverano"...

...ho imparato che i sogni,
in quanto tali,
non possono diventare sempre realtà...
Ma non per questo smetteró di sognare:
anche se rimanesse soltanto un sogno,
è stato bello sognare!


domenica 25 novembre 2012

CERTE VOLTE GUARDO IL MARE...


Immagine visibile all'indirizzo http://lanostracommediajalesh.wordpress.com/2012/07/10/luomo-e-il-mare/
Stancamente,
seduto in riva al mare,
lo fisso con ammirazione...

Mi ci tufferei,
ed oltrepasserei a nuoto quella linea
che lo fa diventare tutt'uno con il cielo,
quella linea che divide la realtà dall'immaginazione...

Prendo un sassolino,
lo getto nell'acqua:
questione di un attimo, poi scompare...
E difficilmente riuscirò a ritrovarlo.
Ne prendo un altro...
Questo rimbalza e va lontano!
Ma poi fa la fine del primo...

Ho un messaggio da regalare al mare,
vorrei che lo portasse da qualche parte,
lontano da qui...
L'ho scritto su un foglio di carta,
spero che le onde
mi aiutino a trasportare quella bottiglia preziosa
aldilà di quell'orizzonte che tanto sembra invalicabile...!

È bello il mare, anche d'inverno.
Non mette particolare malinconia,
siamo noi che ci facciamo prendere dai ricordi
ammirando la sua maestosità.
Lui non cambia mai...
Ogni tanto è un po' più agitato,
ma poco importa...

La spiaggia è mia questa sera.
Faccio scivolare un po' di sabbia tra le dita,
per ammirarne
la leggerezza di ogni singolo granello trasportato dal vento...
E nel frattempo
penso,
sogno,
immagino...

Che pace che c'è qui...
Il mare mi tranquillizza,
mi permette di vedere lontano.
È un po' come
chi rimane incantato di fronte ai binari del treno alla stazione...
Da un lato vedi i binari del passato,
dall'altro quelli del futuro,
magari offuscati da una curva che ti oscura la visuale.
Ma il treno del presente è in arrivo,
se hai il biglietto e decidi di salire,
in poco tempo supererai quella curva
e proseguirai diritto verso la prossima stazione...!

Il mare...
Non sai mai quant'è profondo
sino a quando non decidi di prendere maschera e boccaglio
ed esplorarne i fondali...!
Ma una volta che lo hai fatto
resterai affascinato da tanta meraviglia,
e tornerai ad esplorarlo quante più volte puoi,
andando sempre più a fondo,
cercando i punti più nascosti!

Nella mia mente scorre il verso di una canzone...
"Ma guarda intorno a te,
che doni ti hanno fatto,
ti hanno inventato il mare!"...

Ho ottenuto quello che volevo da questa serata,
spensieratamente faccio ritorno al caos quotidiano,
ma con qualche convinzione in più:
quella linea di confine tra cielo e mare
non rappresenta il tramonto,
ma l'alba di un nuovo giorno,
avido di sogni da realizzare
e di progetti da portare a termine!

Il mare è così,
lascia affondare i sassi,
ma trasporta i pensieri più affascinanti...!


mercoledì 21 novembre 2012

...AUGURI SPECIALI...

Immagine visibile all'indirizzo http://www.ilgiornaledirieti.it/leggi_articolo_f2.asp?id_news=29945
 
Ciao nonno!
Come stai?
Oggi è il tuo compleanno, auguri!

Come si sta lassù?
No, perché qui è un disastro...
Non so se
la colpa è nostra
che non ci sappiamo più accontentare
o è proprio difficile così...!

Ma ti ricordi ancora
di quando ti "aiutavo" al lavoro e tu, in cambio,
mi regalavi un quaderno ed una matita per disegnare?
O di quando giocavamo a palla in cortile?
Non so se eri tu che insegnavi a me o viceversa!
Però non so nemmeno se mi divertivo più io o tu...!
Bei tempi quelli...
Sicuramente i problemi c'erano anche allora,
ma non so se
eravate bravi voi a mascherarli
o ero io che non me ne accorgevo.
So solo che, ora,
siamo tutti molto più arrendevoli.
Giochi sempre a carte?
Toglimi una curiosità, ora puoi dirmelo...
Ma ero veramente così forte da vincere sempre,
oppure qualche volta hai barato pur di vedermi felice...?
Perché qui, adesso, non è più concesso barare...
Nemmeno a fin di bene!
Sai, ci tengo a dirtelo...
Provo un po' d'invidia nei tuoi confronti,
perché sei stato un vero uomo,
duro quando serviva,
affettuoso al momento giusto,
ti sei sempre prodigato affinché non mancasse nulla alla tua famiglia,
ma soprattutto
hai sempre saputo rendere felice la persona che avevi accanto...!

Chissà... Diventerò come te un giorno?
Per ora ci provo, come fanno tutti.

Ma, come ti dicevo,
i tempi sono cambiati...
In questo momento bisogna accontentarsi di sopravvivere,
per poter finalmente vivere prima o poi...

Scusa se non vengo a trovarvi spesso,
ma penso che sia più importante portarvi sempre con me!

Sono i ricordi che contano, ed io mi ricordo tutto,
dalle nostre passeggiate per raccogliere le foglie più belle,
al giorno di Natale, quando preparavi minuziosamente
quella busta gialla con scritto
"Al caro nipotino Claudio"...
Dai rimproveri per aver fatto qualcosa di sbagliato
agli scherzi fatti alla nonna!

Beh, questa lettera è il mio regalo di compleanno,
sono certo che la apprezzerai.

Buon proseguimento nonno,
e grazie per avermi aiutato a diventare la persona che sono...
Perché se, nonostante tutto,
ho sempre il sorriso sulle labbra 
e non mollo mai,
è anche merito tuo!
Ciao, il "tuo caro nipote"
 
 

giovedì 15 novembre 2012

L'UOMO CON LA VALIGIA

Immagine visibile all'indirizzo http://www.uomodelfaro.com/dblog/articolo.asp?articolo=6
L'uomo con la valigia
si chiude alle spalle una porta pesante,
un macigno...

È la porta che conduce,
da un passato cupo, oscuro, colmo di errori,
ad un presente incerto,
ma comunque da ricordare
per i suoi momenti belli ed intensi.

L'uomo con la valigia ora cammina,
trascinandosi quella borsa in cui ha messo
le cose essenziali ed
i ricordi impossibili da cancellare...

Più cammina e più camminerebbe.
Occhiali neri, sguardo serio, testa bassa:
non guarda lontano, preferisce evitare di inciamparsi passo dopo passo.

L'uomo con la valigia
ha lasciato tutto ciò che aveva e, con i pochi soldi che gli restano,
vuole scoprire nuovi posti, nuove mentalità...
Vuole riscoprire se stesso.

...Cammina, pensa, scrive, fotografa:
di questo viaggio non vuole scordare nemmeno un attimo.

Attraversa città, paesi, posti sperduti.
Ma non si inoltra mai nei centri affollati...
Preferisce camminare ai margini,
preferisce costeggiare il mare,
in modo da poterne scrutare
la grandezza,
la bellezza,
l'infinito.

Tutti i giorni cammina per diverse ore,
ma non sempre ha vita facile:
ci sono i giorni in cui è pieno d'energia,
ma anche quelli in cui i piedi provocano un tremendo dolore,
talmente forte da chiedersi se abbia ancora senso continuare il suo viaggio,
o se in realtà,
stia camminando solamente per cercare di scappare da se stesso.

Quasi nessuno sa dove sia attualmente.
Il cellulare suona di rado,
come se volesse rispettare il suo desiderio di spensieratezza...

Ma in fondo ai suoi pensieri,
l'uomo con la valigia cova una speranza.
Non sempre la strada è fatta per essere percorsa da solo,
non sempre “solitudine” è sinonimo di “tranquillità”...

Vorrebbe che qualcuno si mettesse in marcia per raggiungerlo,
vorrebbe che qualcuno si accorgesse di lui,
vorrebbe che qualcuno sentisse il vuoto che ha lasciato...

I giorni passano, la vita scorre, i pensieri si alternano.
L'uomo con la valigia è sempre più sicuro di se è di ciò che sta compiendo.
La mente, ogni giorno,
torna per qualche istante al punto dal quale è iniziato il suo cammino,
ma ciò non gli provoca dolore,
è convinto che, prima o poi,
arriverà una svolta!

Poi, un giorno qualunque,
una chiamata improvvisa turba la sua quiete:
un evento inaspettato lo costringe a prendere il primo aereo
e tornare alla base,
ma solo temporaneamente,
giusto il tempo di affrontare la situazione
e poi via,
nuovamente ad inseguire il destino...

Qualcosa è cambiato al suo ritorno.
In quei giorni ha avuto modo di incrociare
gli sguardi di quelle persone che
hanno lasciato un segno nella sua vita...
Nei loro occhi ha notato un'espressione diversa dal solito,
molto più intensa,
molto più concreta.
Per questo motivo ha faticato tanto a ripartire;
ha addirittura avuto paura di non riuscire a farcela.
Ma restare
avrebbe significato vanificare tutto ciò che aveva fatto fino ad allora,
e così, nonostante i passi sembravano essere più pesanti del solito,
si è rimesso in marcia...

Ormai è arrivata l'estate.
L'uomo con la valigia continua a camminare nonostante il caldo soffocante.
È lontano dal luogo di partenza
e seppure oggi sia il giorno del suo compleanno,
festeggerà da solo.

Soddisfatto del tragitto compiuto,
ha deciso di concedersi una pausa...
Si fermerà in riva al mare,
per rinfrescarsi e riposarsi su quella spiaggia...
Non si è fermato in un posto a caso...
Quel pezzo di mare, lontano da casa,
ha un significato importante,
è colmo di ricordi piacevoli...

L'uomo con la valigia è stanco,
e dopo aver scattato una fotografia di quel luogo così tanto importante,
decide di rilassarsi per qualche minuto, su quella spiaggia,
tra i bambini che giocano con la sabbia,
i venditori di cocco
ed il sibilo di un treno che si ferma alla stazione pochi metri dietro di lui...
Tutto questo rumore non disturba il suo sonno.
Oggi è un giorno in cui, l'uomo con la valigia,
è in cerca di compagnia.

Un paio d'ore sono passate,
ma lui è ancora lì, immobile...
Un sorriso segna il suo volto:
chissà che bel sogno starà facendo!

Non c'è più confusione intorno a lui...
La gente è tornata a casa;
rimane soltanto il suono delle onde che si infrangono sul bagnasciuga.
È arrivato il momento di riaprire gli occhi,
di tornare alla realtà.

Ma oggi è un giorno speciale...
E l'uomo con la valigia ancora non lo sa...
Non è rimasto l'unico su quella spiaggia.
Accanto a lui c'è una persona,
una di quelle che
hanno lasciato il segno nella sua vita,
una di quelle che
hanno avvertito il vuoto che ha lasciato...

È rimasta lì a guardarlo,
ad aspettare che aprisse gli occhi,
ad aspettare di vedere la sua reazione...

L'uomo con la valigia è incredulo, confuso...
Ha paura di non essersi ancora effettivamente svegliato,
ha paura che sia semplicemente il finale del suo sogno...
Ma un sogno non ti abbraccia così forte,
non ti accarezza il viso!!!

Adesso è convinto: è tutta realtà!

"Sognavo di te...",
sono le prime parole che riesce a pronunciare,
quelle parole che segneranno l'inizio di una nuova avventura
che profuma piacevolmente di passato...

Ora, l'uomo con la valigia, non cammina più da solo.
E probabilmente finirà anche il suo viaggio:
ha raggiunto il suo obiettivo,
qualcuno si è accorto,
grazie all'assenza,
di quanto fosse importante la sua presenza!

Può tornare a casa,
ma lo farà con molte nuove consapevolezze.

La sua vita continuerà,
ma grazie a quei piccoli passi che ha fatto ogni giorno,
ora si sente veramente importante:
ha ritrovato se stesso e non solo...!

L'uomo con la valigia
ha saputo rischiare,
questo è il premio finale...


mercoledì 14 novembre 2012

ALL IN: LA MIA MANO MIGLIORE

...Qualche giorno fa, un lettore del blog mi ha inviato una mail per farmi leggere i suoi pensieri. 
Ciò che ha scritto mi è piaciuto molto ed allora ho deciso di aiutarlo: il post di oggi l'ho interpretato io, ma l'idea di base è sua... Complimenti, non resta che leggere...!
Immagine visibile all'indirizzo http://www.pokeritalia24.it/blog.php?action=anteprima&id=27

...Amo il gioco d'azzardo,
per questo motivo mi ritrovo
seduto ad un tavolo a giocare a poker...

Intorno a me
i miei avversari si danno battaglia,
ognuno con la sua tattica di gioco.

C'è quello che gioca "chiuso":
è il più facile da individuare...
Partecipa alla mano solo se ha una coppia di assi, o al massimo di
figure.
Non ama troppo rischiare,
ha paura di perdere,
si sente debole.

Non lo vedrai mai giocare con 8 e 2...
Rimanere con poche fiches,
per lui,
è come fallire...
Come nella vita...

Ma non sempre
la coppia di assi risulta essere vincente.
E se al flop scendono tre carte inutili?
Il giocatore "chiuso"
rimane fregato lo stesso,
seppure fosse sicuro della sua mano...
Ed è lì che perde il coraggio.
Appena possibile dichiarerà "fold"...
E nella mano successiva
ripartirà con qualche certezza in meno,
rischiando così di commettere
errori a catena,
che lentamente lo escluderanno dal torneo.
Come nella vita...

Poi trovi il giocatore "aggressivo",
quello a cui non interessa la tua mano.
Tanto lui rilancerà sempre,
perché si sente forte,
Imbattibile...
Solitamente
la fortuna lo premia,
ed al flop migliorerà la sua giocata.
Non gioca per passione,
se gli va bene vince la mano,
altrimenti riparte da quella successiva,
come se niente fosse!
Come nella vita...

Il giocatore "chiuso"
teme quello "aggressivo",
Ma non viceversa.
Il primo, se vince,
non esulta;
il secondo, invece,
non vede l'ora di vincere
per buttarti le carte in faccia...
Come nella vita...

Il terzo giocatore è quello "intermedio",
quello che sa lanciarsi
anche se in mano ha 7 e 3,
ma sa capire quando
la coppia d'assi non va giocata...

Egli non ha una mano preferita.
Le difende tutte allo stesso modo,
se vince abbozza un sorriso,
lo stesso che mostra quando perde...
Come nella vita...

...Ma il bello del poker è proprio questo:
non esiste una mano migliore
o una peggiore,
non esiste un giocatore più abile
o uno meno abile.
Tutti possono vincere il torneo,
basta non sprecare le fiches...
Come nella vita...

E quando ti senti pronto
chiama "all in":
non avrai bisogno di
una coppia d'assi
per portarti a casa il piatto più ricco...

Poi, in ogni caso, il poker,
come la vita,
è un gioco.
Casomai impari la lezione
e l'esperienza ti sarà d'aiuto in futuro!
 
 

giovedì 8 novembre 2012

UNA CORSA SENZA FINE...

Immagine visibile all'indirizzo http://www.oroinborsa.com/medaglie-d-oro

La sveglia suona...

Nella mia testa è come
se il giudice di gara sparasse, con la pistola,
il colpo che segna l'inizio di una maratona.

Ed allora comincio a correre...

La tappa di oggi potrebbe prevedere un percorso
pieno di salite,
di discese,
oppure semplicemente pianeggiante...
Non lo posso sapere e non mi interessa:
devo solo pensare a correre.

Dovrò superare momenti difficili,
le gambe mi faranno male,
sentirò i battiti affannati del mio cuore,
affronterò la stanchezza
e supererò la debolezza della mia mente,
che continua a ripetermi
"fermati, smettila di correre!"

E tutto questo
lo farò con determinazione,
perché l'esperienza mi ha fatto capire che,
alla fine di ogni salita,
inizia una discesa...

E che discesa...

Avrò tutto il tempo per
rifiatare,
sciogliere le gambe,
riordinare le idee e
capire che, se sto correndo,
è per raggiungere un obiettivo importante,
troppo importante
per mollare miseramente...

Ci saranno anche zone pianeggianti,
dove sarà sufficiente mantenere il ritmo,
senza esagerare,
ma senza nemmeno rallentare.

In questo tipo di corsa
non serve essere veloci come un centometrista,
oppure avere la resistenza di un maratoneta:
è necessaria
la giusta combinazione tra le due cose,
aggiunta alla
capacità di saltare gli ostacoli,
senza aggirarli,
perché altrimenti
si rischia l'esclusione dalla gara.

Ogni tanto è giusto accelerare improvvisamente,
altrimenti diventa difficile arrivare primi!
Ma l'avidità e la
voglia di raggiungere in fretta il successo
è molto pericolosa:
uno scatto troppo prolungato
potrebbe privarti delle forze necessarie
per arrivare alla fine...

Quindi è meglio dosare le energie e soprattutto
evitare di accelerare quando inizia una salita.

Probabilmente,
il percorso più difficile
è quello pianeggiante:
vorresti sapere
se il tuo avversario accelera per raggiungerti,
se rallenta perché troppo stanco
o se, addirittura,
si è fermato...
Devi stare lì,
quasi passivo,
in attesa di un cambiamento di pendenza.

Non sempre, durante la gara,
puoi contare sul tifo dei tuoi fans,
soprattutto quando sai di non essere il campione acclamato:
quei pochi tifosi che hai
li troverai all'arrivo,
o se sei fortunato
li troverai quando stai rallentando troppo,
ed allora lì ti daranno un grosso aiuto con i loro incitamenti

...Ma solo se sei fortunato...

Per il resto,
la tattica di gara la scegli tu.
Sei tu che devi capire
quando andare in fuga
o quando aspettare di essere raggiunto da un compagno di squadra,
con il quale studiare una nuova tattica
che vi permetterà di arrivare
primi al traguardo indisturbati...

Certo,
correre per troppo tempo da solo
ti fa sentire doppiamente la fatica,
ma non sempre
puoi contare sull'aiuto di un compagno.

La tappa di oggi mi ha stancato...

Non ho neppure vinto,
ma ho racimolato punti importanti.
Non ho brindato alla vittoria
come qualche giorno fa,
ma non per questo mi arrenderò...

Ho scelto una tattica che,
seppure assai dispendiosa,
mi ha permesso
di restare in gara a testa alta.

Tra qualche ora
sarò di nuovo ai blocchi di partenza
e sinceramente
non vedo l'ora che questo accada...

Probabilmente
sarà un'altra tappa dura,
aggravata dalla stanchezza accumulata.

Ma la voglia di non mollare mai
che mi contraddistingue,
mi permette di
vedere il lato positivo in tutto ciò:
non si vince una medaglia d'oro
senza aver faticato aspramente,
ma non appena
salirò sul gradino più alto del podio
stringerò forte quella medaglia,
la baceró
e la custodiró con tanto orgoglio,
perché in fin dei conti,
una vittoria ottenuta quando
non vieni visto come "favorito"
ha un valore inestimabile!

E sebbene
gli avversari giochino sporco,
non riusciranno a battermi...
Verranno squalificati per questo,
prima o poi...

E poi, in ogni caso,
non c'è nulla al mondo
più forte della determinazione
e della volontà...

...Che sia una gara di corsa,
una partita di calcio,
uno scontro sul ring
o qualsiasi altra cosa,
rimane comunque sempre una certezza:
la vita è una sfida costante.
Puoi vincere,
puoi perdere,
al limite puoi pareggiare...

Ma mai e poi mai puoi arrenderti!
 
 

lunedì 5 novembre 2012

SONO UN CALCIATORE... QUESTA E' LA MIA VITA...

Immagine visibile all'indirizzo http://fcjuventustorino.blogspot.it/2012/04/buffon-juve-appuntamento-giugno-per-il.html
 
Sono un calciatore...
Sono abituato a vittorie importanti e sconfitte pesanti,
a vittorie che puzzano di sconfitta ed a sconfitte che profumano di vittoria...
Eppure,
ogni volta,
provo un'emozione diversa,
nel bene e nel male...

Sono un calciatore...
Ma mi sento un "diverso":
dove tutti usano i piedi
io uso le mani, ci metto la faccia, il corpo...
Eppure ne vado fiero.

Sono un calciatore...
Ho un ruolo scomodo,
sono sempre sotto esame.
Perché se gli altri sbagliano,
in qualche modo si trova il rimedio...
Se sbaglio io,
nessuno mi può aiutare...
Per far si che la gente si ricordi di me
devo dare il doppio degli altri.
Eppure, 
a me va bene così,
perché quando ricevi un complimento
sai che hai impressionato veramente.

Sono un calciatore...
Uno di quelli umili,
uno di quelli che sanno riconoscere i propri errori
e porvi rimedio per il futuro.
Sono cosciente del fatto che,
di possibilità di sbagliare
ne ho poche.
Ed è proprio ciò che mi spinge a
dare sempre il meglio di me.

Sono un calciatore...
Vivo ad obiettivi prestabiliti:
prima lotto per la salvezza
poi penso alla vittoria del campionato.
Lottare per la salvezza ti dà grinta,
ma allo stesso tempo ti mette una paura impressionante:
se manchi l'obiettivo retrocedi
e magari, l'anno seguente,
devi pure cercarti un'altra squadra.
Quando lotti per la vittoria,
invece...
Beh, anche in quel caso non ti puoi risparmiare:
il rischio di
compromettere tutta una stagione in pochi minuti
è sempre in agguato,
senza contare che
la gente non aspetta altro per poter gioire...

Sono un calciatore...
A volte sono titolare,
altre sono in panchina,
altre ancora vado in tribuna.
Ma il mio scopo è quello di
farmi trovare pronto quando il mister mi chiama.
Ed io rispondo sempre "presente"...

Sono un calciatore...
I miei risultati
li ottengo con il sacrificio durante gli allenamenti.
Non ho paura di stancarmi,
perché ho sempre in testa
il mio obiettivo.

Sono un calciatore...
Devo guadagnarmi la fiducia del mister:
purtroppo,
in passato,
ho fallito
e per recuperare
ho dovuto lavorare sodo...
Eppure mi è servito molto quell'errore:
mi è servito
a diventare quello che sono adesso.

Sono un calciatore...
Può succedere che perda una partita,
ma non mi dó per vinto:
il campionato è lungo
e l'importante è arrivare in testa alla fine della stagione.

Sono un calciatore...
Un portiere, per la precisione.
Più di chiunque altro
vivo grazie alle decisioni che prendo.
I calci di rigore sono
l'apoteosi delle mie emozioni:
devo scegliere se buttarmi a destra, a sinistra, o stare fermo immobile.
La decisione giusta fa di me un campione,
quella sbagliata, in fin dei conti,
non mi danneggia più di tanto,
ma al bivio tra
l'essere "uno dei tanti"
o "il numero uno"
è troppo importante prendere la strada migliore.

Sono un calciatore...
Un portiere.
Il nostro sogno nascosto è
quello di segnare un gol,
perché se succede
vuol dire che
sei riuscito a fare qualcosa in più di ciò che ti era stato richiesto...
Quel qualcosa in più
che un attaccante non può fare,
perché lui non potrà
mai sostituirsi a te in un calcio di rigore...

Sono un calciatore...
Ma non un mercenario.
Magari, per trovare la squadra migliore,
impiego molto più tempo degli altri,
ma quando la trovo
vuol dire che è quella giusta.
Ed allora
lotto con tutte le mie forze
per restarci più a lungo possibile...
Magari anche fino a fine carriera.

Sono un calciatore...
Ma non sono uno di quegli attaccanti
egoisti che vogliono segnare e non passano il pallone...
O almeno, forse lo sono stato in passato,
ma fortunatamente ora
ho capito quant'é bello giocare per la squadra.
Perché
è bello essere felici per una vittoria,
ma è ancora più bello
festeggiare tutti insieme...

Sono un calciatore...
Un portiere.
La porta è la mia casa:
se vuoi entrare
non ti basta chiedere "permesso",
devi essere molto più bravo di me.
E forse non basta neppure:
devi farmi un fallo, devi passarmi addosso...
Ho in mano tutta la squadra,
non voglio e non posso arrendermi facilmente.

Sono un calciatore...
Sono abituato
ai cambi d'umore dettati dalla tensione della gara.
Ma vivo tutta la settimana
per godermi
l'esultanza dopo il triplice fischio dell'arbitro.
E se perdo una finale
può succedere che
pianga lacrime di nervoso,
di sconforto
o di rabbia.

Sono un calciatore...
Ma adesso che ci penso
è davvero impressionante quanto
tutto ciò che ho scritto finora
sia così facilmente paragonabile
alle considerazioni che può fare un uomo mentre ripensa alla sua vita...

Perché comunque,
prima o poi,
chiunque si ferma per un po' di tempo,
cercando la migliore risposta alla domanda
"chi sono io?".
Ed allora,
forse,
io sono riuscito a darmi una risposta:

Sono un calciatore...
O forse questa
è solo la mia vita...
 
 

venerdì 26 ottobre 2012

...LA VITA E'...

Buonasera a tutti...

Sono passati 148 giorni dall'ultimo post pubblicato...
Ma la voglia di scrivere è rimasta.

Ieri sera una lettrice del blog mi ha contattato per chiedermi come mai, per tutto questo tempo, non avevo più scritto...

Le ho spiegato che ho continuato a farlo, ma gli "sfoghi" di questi giorni li ho conservati gelosamente per me...
Troppo personali, 
di difficile interpretazione, 
sempre i soliti argomenti, che non avrebbero interessato gli altri.

Mi ha proposto di darmi una mano per ricominciare: 
il post di stasera l'ha scritto lei, 
me l'avrebbe ceduto volentieri senza volere in cambio pubblicità, 
ma nonostante concordi con tutto ciò che ha scritto, 
penso sia giusto riconoscerle almeno questo ringraziamento...

Ed allora godetevi queste righe intense, 
a tratti forti, 
ma maledettamente vere!

...E come mi piacerebbe poter dire anche per quanto riguarda la mia vita... "Ricominciamo da dove eravamo rimasti tanto tempo fa".


Immagine visibile all'indirizzo http://www.marcandangel.com/2012/08/13/10-ways-to-write-a-life-story-worth-living/

Strana la vita…

Non saprei come definirla altrimenti!
Bizzarra, forse. Crudele, a volte. Meravigliosa, altre. Difficile, certo. Una sfida.

La vita è senz’altro una sfida:
ogni giorno te ne propone di nuove e a volte non sai
quando avrai modo di riposarti,
prender fiato
o anche solo fare il conto dei danni prima di rimetterti in marcia.

Non scontata, questo mai!
Non appena ti abitui a qualcosa, puff… Spazzata via!
E, per fortuna, non parlo di eventi tragici
che in un attimo possono portare alla fine del mondo per qualcuno
e ridurre la vita a un inferno per chi ha la “fortuna” di sopravvivere.
 
Parlo delle occasioni mancate, sfuggite, non viste, perse.
Delle scelte (giuste o sbagliate) che portano ad un percorso a senso unico,
dal quale non si può più tornare indietro.

Una telefonata mai fatta e poi passa una settimana, un mese, un anno 
e poi è troppo tardi. 

I viaggi che sogni,
che il lavoro o i soldi o la famiglia o qualsiasi altra cosa 
non ti permettono di fare. 

Il matrimonio, che “tanto che cambia”, “tanto c’è tempo”,
ma il tempo passa e invece sì che cambia.

Il figlio che vorresti, o non vorresti, o forse vorresti…
Ma c’è la crisi; i soldi non bastano mai;
ma poi tutti ci riescono e allora proviamoci...
E poi perdi il posto di lavoro e allora non proviamoci ancora.

E il cinismo cresce, di pari passo con la sfiducia.

E i “non ancora” temi che diventino “mai”.
Perché il tempo passa. 

La pendola in cucina mi fa da promemoria.
La pendola di nonna,
o forse della bisnonna: 
per quanti avrà scandito il tempo e che tempo sarà stato?
Anche loro si interrogavano come faccio io o, invece,
vivevano la loro vita con la serenità della semplicità?
Ma poi, è meglio farsi o non farsi queste domande?
Costruirsi gabbie della mente di cui noi soli possediamo le chiavi?

Sempre, il mio rimedio è quello di guardarmi intorno;
basta voltarsi per tornare a respirare a pieni polmoni
e ringraziare di poterlo fare,
di essere in salute,
in una casa,
con qualcuno con cui si possa anche solo scambiare due parole!

Allora mi sento stupida, in colpa ed ipocrita
anche solo a pensare che i miei siano “problemi”!

Non sono brava con le parole,
non pretendo nemmeno di essere accostata 
a chi ammiro e che leggo avidamente,
ma se tutti ormai si sentono autorizzati a scrivere libri,
posso tentare almeno una volta di scrivere un piccolo post.

Grazie a quanti sono arrivati fin qui e,
sebbene non voglia dare consigli
(mi sento la persona meno incline a darne, specie in questo momento),
vorrei concludere dicendo che

la nostra strana vita,
piena di insidie e di sfide,
vale davvero la pena di essere vissuta!

Basta poco per accorgersene:
la risata di un bambino
o quella stupida che facciamo quando siamo stanchi
o solo con certi amici di sempre;
un’alba o un tramonto da fotografia che beviamo avidamente con gli occhi;
il “grazie” che improvvisamente ci fa sentire utili, importanti…

E allora, buona vita a tutti!


 Noa - Beautiful that way  
(Colonna sonora del film "La vita è bella", di Roberto Benigni)